Ritorna anche quest’anno il concorso di poesia nazionale sul tema ‘casa’ Inviate le vostre poesie entro il 13 maggio 2015 e venite a scoprire le poesie vincitrici il 25 giugno presso la Sala del Carroccio, Roma, Piazza del Campidoglio 1
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http://www.concorsiletterari.it/concorso,5042,Premio%20di%20Poesia%20Casa%20mia…%20Casa%20mia…
Oggi 25 giugno 2015 alle ore 17 nella sala del Carroccio del Comune di Roma si è tenuta la cerimonia di premiazione della Sesta edizione del concorso di Poesia Nazionale “Casa Mia… Casa Mia…” organizzato dall’Associazione Culturale R.E.G.I.S. Numeroso e attento il pubblico in sala ha apprezzato la spiegazione e le scelte della Giuria composta dalla dott.ssa Lidia Ferrara (presidente di giuria), dalla poetessa Jole Chessa Olivares e dalla dott.ssa Giovanna Napolitano. La premiazione e la lettura delle poesie vincitrici hanno chiamato il plauso del pubblico . L’Associazione Culturale R.E.G.I.S. ha inoltre voluto premiare con un compendio di poesie tre giovanissimi poeti che hanno partecipato al concorso tre giovani studenti di scuola elementare. Il concorso “Casa Mia… Casa Mia…” è un appuntamento culturale importante per Roma Capitale che ribadisce il suo ruolo unendo poeti che dal Piemonte alla Sicilia partecipano al concorso e sono presenti alla serata di premiazione. Per buon augurio verso la prossima edizione del vi presentiamo le poesie vincitrici
3° CLARA MARGANI – poesia dal titolo “LA CASA DI ABDULLAH”
Appoggiata alle mura
dell’imperatore Aureliano,
la casa di Abdullah accoglie
insieme alla sua nuova mercanzia
il fiero mercante
di un deserto senza confini.
Non più tappeti
dagli sfavillanti disegni minuziosi
o spezie multiodori
o stoffe leggere come sospiri
oppure pesanti come ricordi.
Tenda di metallo
che risuona cupamente alle intemperie,
che non sventola portando refrigerio,
che non culla il sonno di Abdullah.
Tenda di cartone
che gli copre il capo,
che lo protegge
dall’estraneità del luogo,
dall’umiliazione quotidiana,
dall’indifferenza dei passanti.
Tenda di plastica
che avvolge
la sua trasparente,
incolmabile solitudine.
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2° ELISABETTA BAGLI – poesia dal titolo “ INSIEME”
La nostra vita insieme
é come la nostra casa
on rigoglio di libri
letti. comprati
quasi dimenticati
un insieme di fogli
immacolati, stropicciati,
scritti ogni giorno.
Un maculato manto di fotografie
di ieri, di oggi
di spruzzi vitali,
osservando il sole e la notte:
Una selvaggia miscela di cuscini
ove alleviare le sofferenze
e ascoltare l’eco delle illusioni,
ove vivere i sorrisi
che cancellano tutti i tormenti
La nostra vita insieme
é come una collana di perle colorate
lungo un brillante filo di acciaio,
una collana unica,
da indossare sempre
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1° EUGENIA GABRIELLA GAMMARROTTA – poesia dal titolo “L’ECO DEL SILENZIO”
Fuori
Al vento
Il mare altrove…
Dall’altra parte dell’orizzonte
E’ il tempo in cui le parole sanno di silenzio
Scrollate fuori dai balconi
Come briciole di pane
Un cielo intero ci separa
tanto tempo è passato
Cerco i campanili a me noti
Per far abitare dentro di essi
Ogni ricordo a me caro
Inseguo strisce di luce
Nelle stanze vuote
Che racchiudono segreti
ma la linea di confine è ormai tanto sottile
Che faccio fatica a vederla.
Qua e là sparse nel cuore le cose di sempre:
Le pantofole di mio padre in un angolo,
L’odore del caffè
E i tramonti di primavera su un terrazzo inondato da rondini
Le cene d’estate nei pezzi della luna
Le parole masticate come giuggiole
Il vento del Sud che graffia le notti…
E la voce di mia madre…
E la voce di mio padre…
Sparse come cocci di vetro
Tra le porte socchiuse
Negli angoli disabitati
In ogni camera c’è un dolore
Un bisbiglio
Un sussurro di sfiorite parole
Un sorriso
Un odore
Eppure basterebbero soltanto due colori
Per ricomporre l’album di famiglia
SEZ. B UNICO VINCITORE
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QUINTINO DI MARCO – poesia dal titolo “ADDIO AR SAMPIETRINO”
Fa piano a rumè co’ quer piccone
che forse nun lo sai ma è ‘n pezzo raro
‘r sanpietrino. C’ha dentro er centurione,
er Papa, er partiggiano, er pecoraro …
E’ come la bottega der fornaro:
pe’ via der progresso cambia gestione
la trovi trasformata in kebbabbaro
ma ce resta er profumo de’r filone.
Si, Roma cambia. S’è fatta cristiana
lassanno Mitra pe’ na litanìa
poi è risorta e s’è fatta “Italiana”.
Ahò, fa piano a Rumè, pe’ cortesia,
famme salutà na pietra romana
perché sta Roma è sempre casa mia!
Hanno detto di noi…
http://www.mezzocielo.it/2015/07/casa-mia-nella-poesia-di-clara/